giovedì 21 aprile 2011

Il ruolo…positivo…delle emozioni nella mediazione civile

A cosa servono le emozioni per arrivare ad una conciliazione? Sono utili o sono un ostacolo? Cosa fa un mediatore quando si trova davanti una parte molto emotiva e di fronte alle proprie emozioni?

Le emozioni sono davvero il codice di accesso, la password, per arrivare a intravedere la soluzione e lavorare con le parti affinchè approdino alla migliore soluzione di una controversia, in termini di soddisfazione e riconquista del rapporto.
Molti mediatori hanno paura che affrontando le emozioni la situazione possa sfuggire loro di mano ed esplodere, temono di perdere il filo logico del percorso di mediazione.
Esplorare le emozioni, fare domande per comprenderle meglio, scoprire i valori morali da cui scaturiscono serve a far emergere aspetti importanti su cui lavorare e da richiamare sul tavolo negoziale al momento delle ipotesi di accordo, cioè nella fase più razionale.
Purtroppo è ancora troppo diffusa, soprattutto tra coloro che hanno una formazione giuridica o tecnica, che le mediazioni commerciali, a differenza di quelle familiari e penali, debbano essere risolte solo attraverso una gestione razionale, ragionevole ed efficiente.
In realtà, come ha anche detto più volte, commentando il dlgs 28/2010, il Ministro Alfano,
molte delle controversie civili commerciali coinvolgono forti emozioni:
– impresa familiare
– risarcimento del danno per colpa medica
– controversie di tipo finanziario
– rapporti societari
– condominio
– diffamazione

Le persone percepiscono un conflitto, perché qualche cosa sembra loro “sbagliato” e non si sentono di abbandonare un conflitto finché le cose non si siano “raddrizzate” o essi abbiano cambiato il convincimento intorno alla serietà delle violazioni morali o normative avvenute per avere una più completa conoscenza del conflitto (delle tensioni relazionali, degli interessi della disputa, delle preoccupazioni nascoste e delle posizioni contrapposte).
Per questo motivo, è una parte critica del ruolo del mediatore, la capacità di occuparsi delle cause emotive, di come le parti definiscono e vivono il conflitto, il loro sistema di valori.
Naturalmente le emozioni non sono solo quelle che animano il conflitto nelle singole parti, ma sono anche le emozioni delle parti rispetto al rapporto tra di loro e rispetto al mediatore.
Comprendere questo quadro permette di inquadrare la questione in modo più completo per poter aiutare le parti in modo profondo a ritrovare la serenità per leggere le situazioni in modo più distaccato, lucido e costruttivo.

Il primo passo, di solito, si può ottenere con il riattivare la comunicazione diretta delle parti tra loro….da qui in poi è tutto in discesa e le soluzioni possibili alla controversia emergeranno in modo spontaneo.

Concordate?

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